Creativity Papers blog
Rivista di scrittura creativa, notizie e approfondimento

Ultimi articoli

martedì 23 novembre 2010

IL PICCOLO BACCO (due estratti)


di Lagrandefame

Bacco consulta nuovamente il pezzetto di carta cacciato dalla tasca. Ecco, ci siamo, pensa. Via Vacca 13, avvocato Lordo, terzo piano interno 10. Il palazzo è in buono stato, il portiere è simpatico e l'ascensore è profumato. Suona il campanello con vivacità. Passa qualche secondo. Poi sente delle ciabatte strisciare sul pavimento, una tosse catarrosa e una parolaccia incazzosa. La porta si apre e un vecchio decrepito appare. Indossa il pigiama, ha i capelli gialli, non ha i denti ed è magro quanto un bastoncino di pesce. Guarda Bacco senza curiosità apparente.

“Sono Bacco. Lei è l'avvocato Lordo?”

“Sì, ma non ricevo nessuno di domenica.” risponde il vecchio con voce rauca.

“Ho parlato con sua moglie al telefono tre giorni fa.”

“Sei il bambino dell'annuncio?”

“Sì.”

“Entra.”

Bacco entra e passando di fianco al vecchio avvocato avverte una puzza nauseabonda di sudore fritto provenire dalla sua pelle. L'avvocato chiude la porta e s'incammina per un lungo corridoio. Bacco lo segue e osserva e sente. La casa è un museo della vecchiaia: vecchi mobili, vecchie foto alle pareti, vecchi libri, vecchi dischi, vecchi odori rancidi. Entrano in una vecchia stanza e una vecchia è abbandonata su una vecchia poltrona. L'avvocato fa cenno a Bacco di avvicinarsi alla vecchia donna. Bacco si avvicina timidamente, con lo zainetto tenuto per una mano. La vecchia sembra malata, gli occhi sono appena accesi e Bacco sente il suo vecchio cuore battere gli ultimi istanti di vita. La vecchia si sforza di alzare lo sguardo. Vede Bacco e sorride. E' un bellissimo sorriso, ricordo di una antica bellezza del corpo e dello spirito.

“Uh, che bel bambino!” esclama debolmente.

“Signora, sono Bacco, il bambino dell'annuncio.”

“Lo so, lo so, ti aspettavo. Ma sei proprio bello, lo sai?”

Ma Bacco non sa che dire. La guarda quasi in stato di trance, è appesantito da nuova tristezza. L'avvocato è sulla soglia della stanza. Lo chiama. Bacco si gira verso di lui.

“Lei è mia moglie ed è molto malata. Questa è la sua stanza e sarà anche la tua. Lì c'è il divano letto. Sai cucinare? Sai lavare i piatti? Sai fare la spesa? Sai pulire il cesso? Sai pulire un culo?”

Bacco lo guarda smarrito nella nebbia della delusione, l'ennesima.

“Ma io sono un bambino.”

“Appunto. Così non devo darti lo stipendio. Vi lascio soli per qualche minuto, io vado a cacare.”

E s'allontana dalla stanza e si chiude in bagno.

Bacco sente un mucchio di ossa sfiorargli la mano. Se la ritrova in quelle della vecchia. Lascia cadere a terra lo zainetto.

“Non starlo a sentire. E' dai modi bruschi ma è un brav'uomo, solo che è fissato che deve per forza mettermi qualcuno vicino per accudirmi. Io volevo soltanto una piccola creatura come te per trascorrere serenamente gli ultimi momenti della mia vita. Ma lui non ha capito.”

La vecchia sorride. Bacco non sa se piangere per la compassione per la vecchia malata o per la sua stessa sciagura. E' intontito, ma sa che deve assolutamente essere risoluto.

“Mi dispiace signora, ma non credo di poter accettare di vivere con voi. Io sono un bambino.” dice sperando di essere stato delicato, ma vede subito che la vecchia c'è rimasta male.

“Non vuoi stare con una vecchia malata? Io voglio solo un po' d'affetto, voglio solo poter morire con un sorriso.”

La vecchia gli stringe la mano ancora più forte. Bacco sospira.

“Io non posso signora, mi dispiace.”

La vecchia comincia a singhiozzare e a tremare. Bacco le vede gli occhi colmi di lacrime. E allora le abbraccia la testa, teneramente, e sente che lei gli cinge il corpo con le sue mani ossute. Bacco la sente sussultare per il pianto.

“E' tutta colpa di quel mostro.” dice rivolgendosi presumibilmente al marito che ora sta emettendo gemiti di piacere dal bagno. Si sente qualcosa tuffarsi in acqua.

“Mi deve capire signora.”

Bacco le accarezza i radi capelli.

“Sì, io ti capisco. Anche tu devi aver sofferto tanto.”

“Non posso stare qui.”

“Hai ragione, piccolo. Non puoi stare qui.”

La vecchia si stacca dal corpo di Bacco, s'allontana tenendogli le braccia protese. E lo guarda. Di nuovo quel bellissimo sorriso.

“Fatti guardare.”

Bacco si lascia guardare e anche lui ora sorride.

“Devo ricordarmi di te. Sì, quando starò per morire mi ricorderò di te e sorriderò e morirò in pace. Fatti guardare.”

Poi si sente il fragore dello sciacquone in bagno e Bacco decide che è ora di andarsene.

“Io devo andare signora. Mi dispiace.” dice staccandosi con garbo dalla vecchia. Riprende lo zainetto da terra e se lo rimette sulle spalle.

“Addio signora. Che lei possa morire in pace.”

Bacco si allontana lentamente a ritroso dalla poltrona dove è seduta la vecchia.

“Addio piccolo. Che tu possa essere felice.”

La vecchia s'asciuga le lacrime con le mani.

“Lo sarò.”

“E che tu possa non invecchiare mai.”


*****

Bacco si ferma. E' di fronte a un grande edificio di vetro. Alza gli occhi tristi e guarda. Legge un'insegna: "L'Asta dei Piccoli". Ne ha sentito parlare da qualcuno da qualche parte. E' l'ultima geniale trovata del governo in compartecipazione con l'opposizione, o dell'opposizione in compartecipazione col governo, non si sa. "Una ventata di umanità in un mondo bestiale". Così aveva detto un onorevole deputato agitato dopo la grande trovata. "Ora il mondo gay potrà godere dell'ultimo diritto che gli spettava" aveva poi aggiunto l'onorevole deputato, iscritto a un partito dell'opposizione ma facente parte dell'esecutivo di governo, o iscritto a un partito di governo e facente parte dell'esecutivo dell'opposizione, non si sa.

L'Asta dei Piccoli si propone, appunto, di mettere all'asta tutti quei bambini raccattati nella discarica dei rifiuti umani, abbandonati dai genitori e dal mondo: zingari, rifugiati, ladri, orfani scappati dai manicomi degli istituti, figli illegittimi, figli del peccato dei vescovi, figli dei ricchi che non vogliono avere figli e che schizzano sperma come coriandoli a carnevale, figli di disgraziati dilaniati dalla miseria che non passa mai di moda, figli dei sogni perduti, figli della sciagura umana. Vengono presi a manciate e messi in vendita su un banco al dettaglio. Le coppie gay possono finalmente adottare il loro bambino sganciando fior di quattrini che poi vanno ad arricchire le casse del Tesoro. Loro sanno che è una mostruosità e sanno di pagare una carissima tassa allo Stato, ma anche loro vogliono avere la loro famiglia. "E noi gliela diamo in questo modo" aveva ancora detto l'onorevole deputato, soddisfatto.

Bacco ci pensa su qualche minuto, poi si decide ed entra nell'edificio.

Si mischia subito nel trambusto generale di un vasto corridoio. Sembra quello di una scuola, ma non è una scuola. I bambini urlano come pazzi, piangono, si strappano i vestiti di dosso, danno capocciate ai muri spessi. E nessun assistente sociale a giocare con loro. Bacco sente una miriade di cattivi odori. Tutti pisciano, tutti cacano, tutti vomitano e nessuno a preoccuparsi di niente. Poi Bacco intravede un adulto seduto dietro a una scrivania a leggere carte su carte. E' l'impiegato, pensa Bacco. Gli si avvicina. L'impiegato alza lo sguardo.

“Vuoi metterti all'asta?” gli chiede.

Bacco annuisce con la testa. L'impiegato gli prende tutte le generalità, lo fa solo con quelli più grandicelli.

“Bè, visto che sei già un uomo, hai il diritto di lasciare una dichiarazione, se vuoi” gli dice infine.

Bacco ci pensa un po'. Si ricorda del giovane ubriaco della metro.

“La vita è una gran merda, signore mio. Almeno per noi.”

L'impiegato non sembra stupirsi. Gli sorride e gli consegna un numero.

Un altro adulto, apparso non si sa da che parte, lo chiama e lo conduce per un altro corridoio, poi lo conduce in una specie di aula. All'altro lato dell'aula c'è un'altra porta. L'uomo l'apre. E Bacco si trova davanti a una grande e spessa ed elegante tenda rossa calata.

“Tra un po' tocca a te. Quando il sipario si alza tu non muoverti, intesi?” gli dice l'uomo che lo ha accompagnato. Poi se ne va. E Bacco è solo e aspetta che si alzi il sipario dinanzi a sé. E ascolta il vocione del battitore d'asta al di là del sipario. Parla di Bacco senza sapere chi è Bacco. Il sipario si alza e Bacco, rassegnato e innocuo, rimane immobile, col suo zainetto blu ancora sulle spalle. Un "oohh!" di meraviglia lo accoglie. E lui, sempre immobile, aspetta. E aspetta che una coppia faccia la sua prima offerta. E aspetta che un'altra alzi l'offerta. E lui le guarda scannarsi per comprarselo.

"E che tu possa essere felice", pensa Bacco ricordando la vecchia moribonda..."


Questo e altri racconti nel nuovo libro di Luca Palumbo, (qui noto con lo pseudonimo "Lagrandefame").

Il Pianista Nano

Nessun commento:

Posta un commento